Traduzione medica, legale, tecnica, editoriale: breve guida alla scelta del professionista
Il mondo è bello perché è vario, si sa, e lo stesso vale per il mio lavoro: al traduttore viene chiesto di passare con nonchalance dalla traduzione di un manuale di una caldaia a cippato, a quella di un referto clinico o un contratto.
Per quanto vorremmo essere onniscienti, va da sé che questo non è possibile: i nostri studi, i nostri interessi e le nostre passioni ci portano a prediligere un campo piuttosto che un altro e, a mio avviso, tradurre seguendo le proprie inclinazioni e la propria esperienza è la scelta migliore, se non l’unica possibile.
Nella ricerca del professionista che fa al caso vostro, vi invito a tenere presente alcuni criteri che vi aiuteranno a trovare proprio la persona giusta.
Innanzitutto, il traduttore professionista traduce esclusivamente verso la sua lingua madre: sembra un’ovvietà, ma la mia esperienza mi conferma ogni giorno che la percezione è assai diversa, se non opposta: conoscere una o più lingue straniere significa per i più tradurre verso quelle lingue. Niente di più sbagliato!
La nostra competenza è la nostra lingua madre, con tutte le sue sfaccettature, le espressioni e il continuo mutamento che viviamo in prima persona ed è proprio questa competenza che ci permette di rendere appieno il significato di un testo per chi lo legge.
Una volta definita la lingua, come trovare il professionista giusto, che sia specializzato almeno nel macrosettore che ci interessa? Semplice: consultando l’annuario dell’AITI, l’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti.
Vorrei spendere due parole su questo: l’associazione, ora riconosciuta dalla legge che regolamenta le professioni non tutelate da un ordine o albo, racchiude professionisti che, per entrarvi, hanno sostenuto un esame di ammissione, uno per ogni combinazione linguistica che si vuole attestare, specifico per il macrosettore prevalente di lavoro (tecnico-scientifico, giuridico/giudiziario, editoriale). Non solo, per mantenere lo status di socio ordinario, il professionista è tenuto a un aggiornamento continuo con un sistema a punti: il mancato raggiungimento del numero di punti previsto per un determinato arco di tempo, comporta la decadenza dalla qualità di socio.
Se devo far tradurre e magari asseverare una cartella clinica, scegliere un traduttore che indica la medicina come settore di specializzazione dovrebbe metterci al riparo da castronerie tipo sentir tradurre l’inglese “recovered” riferito a pazienti Covid con “ricoverati” anziché “guariti”!
Sicuramente questa fesseria madornale non è opera di un professionista – lo spero vivamente! – ma un buon dizionario può non bastare quando si devono affrontare testi davvero tecnici e specifici. A volte, la presunzione di sapere gioca brutti scherzi anche ai migliori di noi!
Una volta individuati i possibili candidati, sarà il traduttore stesso a confermarvi la bontà della vostra scelta: soprattutto se dovesse rifiutare l’incarico, sarà un segnale che quella persona ama il lavoro che fa al punto tale da non rischiare di consegnare una cosa mal fatta.
Non è un caso che, in tedesco, professione si dice “Beruf”, termine che vuol dire anche “vocazione”: almeno per quanto mi riguarda, un binomio indissolubile.
Buon lavoro a tutti!
Autore
Irene Berri
Periti Esperti e Consulenti della Categoria XXV Sub Cat 01 :lingue straniere (traduttori e interpreti)
L’ APS Collegio Ligure Periti Esperti e Consulenti è a tua disposizione per una prima consulenza gratuita, un analisi condivisa delle tue necessità, per indirizzarti al meglio nelle tue scelte.
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